giovedì 3 marzo 2011

Il Vino e la comunicazione

Mi è capitato, in Linkedin, di analizzare con dei professionisti PR di settore l'aspetto del livello di comunicazione che l'industria vinicola sta sviluppando in Italia. La mia opinione è stata molto cauta e piena di dubbi ritenendo in generale che troppo spesso le nostre realtà produttive siano legate per lo più al territorio vivendo a dismisura su antiche fame ormai appassite. Chi lavora come PR non ha fatto che avvallare quanto da me scritto, riportando che troppo spesso il loro lavoro risulta mal pagato, mal considerato e sottovalutato sotto tutti gli aspetti. Al contrario, l'estero, che non gode di sì tanti tesori (terreni, storia, tradizione, sole, fama, qualità, ...) ha saputo affilare le proprie armi sottraendo, giorno dopo giorno, fette di mercato ai nostri blasonati produttori. La miopia aziendale ed imprenditoriale di settore prima o poi affosserà anche le più grandi e note cantine, se non porranno rimedio, rimanendo intrappolate nella ragnatela che il mercato sta pian piano tessendo contro di loro: in poche parole, rischiamo di perdere la nostra identità italiana a favore di colossi che, denaro alla mano, verranno a prendersi i nostri tesori.
Parlare di Social Network a questa classe dirigente, spesso risulta inutile; cercare di far capire che la reputazione sarà la chiave di volta per uscire dal buco nero in cui si stanno infilando è un'impresa; spiegare che l'advertising si sta spostando on line, che mezzi quali iPad, iPhone e gli android-dipendenti saranno i loro "altoparlanti" è un'impresa faraonica... Non pensiamo neppure a pronunciare le parole Social ecommerce o Social shopping; eppure, non più tardi di ieri è apparsa anche sulla mia scrivania digitale il link a Groupon, tanto per citare un esempio eclatante, e sempre non più tardi di ieri ho sfogliato un giornale in cui compariva un bell'articolo critico verso il mondo del vino dichiarato da Nino Visco, Marco Gatti e Antonello Maietta, rispettivamente Direttore Commerciale di Cantine Riunite, giornalista e presidente di A.I.S.
Speriamo in un cambio di tendenza...

4 commenti:

  1. "Parlare di Social Network a questa classe dirigente, spesso risulta inutile" Non mollare mai, intanto bisogna seminare continuamente l'idea, la capiranno prima o poi perchè saranno costretti!

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  2. Grazie Mauricio, condivido quanto scrivi: quante volte mi son trovato di fronte a direttori marketing/vendite di ambo i sessi che mi guardavano senza sapere di cosa stavo parlando, tralasciando l'aspetto ludico di Facebook.... però tutti o quasi hanno un iPhone, un Blackberry...chissà che se ne faranno... Prossimamente ci troveremo di fronte ad una scrematura dopo la quale solo le aziende dinamiche e flessibili potranno davvero fare un salto di qualità..
    Buona giornata

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  3. Mi è capitato proprio qualche settimana fa di conoscere il direttore marketing di una famosa cantina della zona di Negrar che aveva il Blackberry e usava le sue potenzialità del 10%.
    In + ha chiesto info sull'uso dei social network e voleva sapere quale era meglio utilizzare, ma non voleva stargli troppo dietro.

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  4. Gentile anonimo, questo non vale per tutti ovvio.. Ci sono persone volenterose capaci ed in grado di analizzare quanto viene presentato loro, resta inteso che serve capacità di reazione.. Posso portarti l'esempio di un'altra famsa cantina della zona di Negrar che nonostante la poca dimestichezza dei nuovi media si è prodigata, assieme al suo insostituibile direttore vendite, ad affacciarsi ai Social Network nel modo giusto e sono sicuro che farà notevoli progressi... Ti farò sapere!
    Buona serata e grazie per la tua riflessione

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